Esistono 3 sistemi energetici capaci di fornire l’ATP (energia), nei quali la variabile più importante nell’utilizzo di un sistema piuttosto che un altro è l’unità di tempo in relazione all’intensità degli sforzi.
1) Sistema Anaerobico Alattacido
(sistema ATP/CP o del creatinfosfato): il creatinfosfato non partecipa direttamente come fonte di energia, ma si occupa di mantenere una giusta concentrazione di energia (ATP) quando essa viene utilizzata, quindi permette il giusto rimpiazzo di ATP a seconda delle necessità (reazione monoenzimatica di Lohmann).
STRATEGIA DI UTILIZZO:
Esercizi che si esauriscono in tempo brevissimo. Qui si possono classificare l’allenamento di Wing Tsun, salto in alto, salto con l’asta, corsa dei 100 e 200 mt, allenamento in palestra con i pesi (poche ripetizioni e carico massimo) ecc.. In tutti questi esercizi la sorgente energetica utile, o di gran lunga prevalente, è quella definite “anaerobica alattacida”; infatti è la scissione dei fosfati altamente energetici (reazione di Lohmann) del muscolo che rende possibile una prestazione di elevatissima potenza, per la quale i meccanismi glicolitico e aerobico sono praticamente indisponibili per il ritardo con cui entrano in azione.
2) Sistema Anaerobico lattacido
(glicolisi anaerobica): in questo sistema si produce ATP dalla degradazione del glucosio in acido lattico. E’ una via multi enzimatica che si svolge in assenza di ossigeno e in queste condizioni il glucosio (carboidrati in genere) è l’unico dei tre elementi che può essere sfruttato per la produzione di ATP; la fornitura massima di questo sistema si verifica dopo circa 30-40 secondi dall’inizio dell’esercizio e arriva fino a 120 secondi. C’è da dire comunque che la via glagolitica fino allo stadio di acido piruvico è comune sia al metabolismo aerobico che anaerobico dei carboidrati; a questo punto in condizioni anaerobiche l’acido piruvico viene ridotto ad acido lattico che diffonde nel sangue: è questo il motivo per cui la concentrazione di acido lattico nel sangue indica il livello di metabolismo anaerobico nel corso di un esercizio.
STRATEGIA DI UTILIZZO:
Esercizi che conducono all’esaurimento in tempi brevi. In questo gruppo si possono classificare gli scatti prolungati (corsa dei 400 mt piani od ostacoli, 100 mt di nuoto, mezzofondo nell’atletica). Per questi esercizi le sorgenti energetiche anaerobiche alattacide non sono evidentemente sufficienti, così come insufficienti risultano le sorgenti aerobiche, sia per il ritardo con cui esse sono rese disponibili, sia per la potenza richiesta dagli esercizi descritti che è nettamente superiore alla massima potenza sviluppabile sulla base dei soli meccanismi ossidativi. In tali esercizi, un’importante aliquota dell’energia necessaria deve essere fornita dalla glicolisi anaerobica: il soggetto, al termine della prova (all’esaurimento), ha infatti contratto completamente il suo massimo debito di ossigeno.
3) Sistema Aerobico
(Fosforilazione Ossidativa nei Mitocondri): al di là dei 2 minuti solo la presenza di ossigeno permette ancora la trasformazione del glicogeno (zucchero di deposito muscolare): in questo modo tutta l’energia del glicogeno viene utilizzata e si può avere l’apertura alla riserva energetica dei grassi di deposito ( anche se questo succede dopo circa 20 minuti; si pensi infatti che nel lavoro prolungato fino a tre ore il 70% dell’energia è ricavato dai grassi di deposito). L’ ATP si forma aerobicamente nel processo di fosforilazione ossidativi che avviene nei mitocondri; per produrre ATP la fosforilazione ossidativi ha bisogno di idrogeno: infatti le molecole di idrogenale quali vengono fornite da ciclo di Krebs.
STRATEGIA DI UTILIZZO:
Esercizi che possono essere sostenuti a lungo. Gli esercizi sono ad esempio: la corsa della maratona, lo sci di fondo, le corse ciclistiche in linea, la ginnastica aerobica, il circuit training a bassa potenza. Le sorgenti energetiche sono quelle ossidative. In questi casi le sorgenti energetiche anaerobiche non portano un contributo sostanziale al dispendio energetico. Per concludere è utile puntualizzare, comunque, che i 3 sistemi energetici lavorano sempre in un complesso equilibrio dinamico dove, a seconda delle condizioni richieste, c’è la predominanza di uno sugli altri.